Sospensione RdC, tensioni e proteste a Napoli

Scritto da il 28 luglio 2023

Centinaia di persone dopo aver ricevuto l’sms sullo stop all’erogazione del Reddito di Cittadinanza hanno protestato e chiamato l’Inps di Napoli e della provincia – in testa per numero di sussidi – per avere chiarimenti in merito ai nuovi requisiti. Nella mattinata, alla sede Inps di via De Gasperi, a Napoli, due persone hanno avuto un alterco con i vigilantes all’ingresso. Sul posto è intervenuta una pattuglia della polizia. Numerose le persone che si sono recate, a quanto si apprende, anche presso le sedi delle municipalità, a partire da quella di Scampia: la legge prevede infatti che i nuclei al quale verrà sospeso il reddito, dovranno essere presi in carico dai servizi sociali del Comune.

“Chiariamo bene questa situazione: è inutile recarsi ai Servizi sociali, in questa fase sono competenti i Centri per l’impiego”. Lo afferma l’assessore al Welfare del Comune di Napoli, Luca Trapanese, ricordando che migliaia di famiglie napoletane hanno percepito il 27 luglio l’ultima rata del reddito di cittadinanza e che “in queste ore negli uffici dei nostri Servizi sociali in tutte le Municipalità centinaia di persone stanno chiedendo di essere prese in carico” dopo aver ricevuto questo messaggio: “Domanda di reddito di cittadinanza sospesa come previsto dall’articolo 48 del decreto legge 20/23 in attesa eventuale presa in carico dei Servizi sociali”. A questo riguardo l’assessore spiega che “è inutile recarsi ai Servizi sociali. Chi ha perso il reddito di cittadinanza ed è ritenuto occupabile, cioè ha tra i 18 e i 59 anni di età, non ha persone disabili a carico e non ha minori a carico, potrà ricevere 350 euro al mese come supporto alla formazione al lavoro attraverso gli sportelli dei Centri per l’Impiego e l’Inps. Ricevono ancora il reddito di cittadinanza fino a dicembre le persone che hanno a carico dei minori, che sono ultrasessantenni e che hanno nel nucleo familiare delle persone disabili. Queste persone dal primo gennaio 2024 riceveranno un contributo non inferiore a 480 euro, sempre su segnalazione del Centro per l’Impiego attraverso una piattaforma che metterà in collegamento Centri per l’Impiego e Servizi sociali”. “Chiedo di non recarsi per questo motivo alle sedi dei nostri Servizi sociali”, è l’appello di Trapanese. “Le assistenti sociali sono dalla parte dei cittadini, ma in questo caso non possono fare nulla perché la presa in carico dei cittadini avviene attraverso una piattaforma che viene gestita prima dai Centri per l’Impiego e poi arriva ai servizi sociali. Le persone abili al lavoro verranno contattate dai Centri per l’Impiego o devono andare presso le sedi dei Centri per l’Impiego, ma non presso i Servizi sociali”.


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