Sono in Irpinia, tra vigneti e pianura, ho una torre antica e una storia sicura. Il fiume Sabato mi scorre accanto, e il vino pregiato qui ha tanto vanto.
Scritto da Bruno Gaipa il 19 settembre 2024
Sono in Irpinia, tra vigneti e pianura, ho una torre antica e una storia sicura.
Il fiume Sabato mi scorre accanto, e il vino pregiato qui ha tanto vanto.
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Il comune di Tufo, situato nella valle del fiume Sabato, affluente del Calore, prende il nome dalla roccia vulcanica, il tufo, diffusa nel sottosuolo dell’area. Questa caratteristica geologica facilitò i primi insediamenti nella zona. Il borgo si sviluppò attorno al castello, costruito su una roccia vulcanica, la cui posizione strategica permetteva di controllare il territorio dal Terminio al Sannio.
Dopo la conquista normanna, Tufo fu distaccato dal principato di Benevento e annesso alla contea di Ariano. Nel 1266 fu teatro di una battaglia tra Svevi e Angioini, e sotto il regno di Giovanna II passò sotto la giurisdizione di Avellino. Nel XV secolo, fu coinvolto nelle vicende dell’Italia meridionale, finendo sotto il controllo aragonese, per poi essere ceduto al conte veneziano Piatti nel XVIII secolo.
Nel 1866, la scoperta di miniere di zolfo da parte di Francesco Di Marzo trasformò l’economia locale, rendendo l’estrazione e la lavorazione dello zolfo l’attività principale fino agli anni ’60, quando il settore entrò in crisi. Le miniere chiusero definitivamente nel 1972, segnando la fine di un’epoca per Tufo.