Quindicenne ucciso a Napoli, don Battaglia: “Giovani deponete le armi”
Scritto da Laura De Gisi il 31 ottobre 2024
Un appello ai giovani, “deponete le armi, abbandonate la logica del sopruso e della prepotenza”.
E un severo monito contro l’indifferenza, anche della politica, che distrae dalle tragedie “raccontando di una città che esiste solo in parte, rifugiandoci nei numeri del turismo, nei protocolli avviati, distogliendo lo sguardo da questa follia di un mondo adulto che non vede più i suoi figli più giovani e più fragili”.
Così l’arcivescovo di Napoli Mimmo Battaglia ai funerali di Emanuele Tufano, il 15enne ucciso in una sparatoria tra gruppi di giovanissimi una settimana fa a Napoli.
Nella chiesa in piazza Sanità, davanti a oltre mille cittadini e con un ingente spiegamento di forze dell’ordine, Battaglia ha sottolineato che queste morti “le dimentichiamo con troppa facilità. Dimentichiamo il sangue che scorre, il terrore negli occhi, le urla delle madri, i figli di questa città abbandonati a sé stessi e consegnati alle celle di un carcere o al cimitero. Dimentichiamo e tiriamo a campare. Distraendoci e stordendoci”.
“Basta – è l’appello dell’arcivescovo – con le promesse tradite, con la violenza che spezza vite innocenti e lascia intere famiglie nel dolore e nella disperazione. Basta con ragazzi abbandonati a sé stessi che trattano la vita dei coetanei come merce senza valore. Basta con l’indifferenza che ci rende complici di un sistema malato. Basta con la paura di affrontare le ingiustizie che ci circondano, con il traffico di armi che arriva fino ai più piccoli, con la criminalità che ruba il futuro ai nostri giovani”. E infine, “basta con una politica che non mette al centro di tutto i più piccoli, nostro presente e il nostro futuro”.
Quindi l’appello ai giovanissimi: “Lasciatevi raggiungere, educare ed accompagnare da chi crede ancora in voi, da chi vede nel vostro cuore un punto sacro e accessibile al bene. Perché è in gioco la vostra vita e cambiare è possibile”.