Poggiomarino, voto di scambio: arrestati sindaco e vicesindaco
Scritto da Valentina Ripa il 21 ottobre 2024
Voti in cambio di appalti, per la metanizzazione e per la ristrutturazione e gestione dei servizi al cimitero: sarebbero questi i termini dell’accordo stipulato nel 2020 da una parte della politica di Poggiomarino e la camorra locale, guidata dal boss Rosario Giugliano. Uno scambio elettorale politico-mafioso finito al centro di un’inchiesta dei carabinieri di Torre Annunziata e della Procura antimafia del procuratore Nicola Gratteri che ha portato all’arresto del sindaco Maurizio Falanga, del suo vice, Luigi Belcuore, e dell’imprenditore Franco Carillo. A spiegare le trame di questa intesa è anche lo stesso Giugliano che nel giugno del 2023 è diventato collaboratore di giustizia. Interrogato il 4 ottobre 2023 si spinge ad affermare che aveva sotto controllo la coalizione di centro destra: “Una volta individuato il candidato sindaco della coalizione, nella figura di Maurizio Falanga – disse Giugliano – ed essendomi garantito l’appoggio di Carillo quale rappresentante dei moderati e di Luigi Belcuore quale esponente di Fratelli d’Italia, di fatto avevo il controllo della coalizione di centro destra e quindi della possibile amministrazione comunale”. Il sindaco Falanga, alla guida appunto di una coalizione di centrodestra, vinse le elezioni del 20 e 21 settembre 2020 al primo turno con il 57,93% dei voti contro il 42,07 del candidato di centrosinistra, il dem Giuseppe Annunziata. Anche Belcuore, secondo i carabinieri e la Dda, venne eletto in quella tornata elettorale grazie al clan: ottenne la carica di vice sindaco con delega ai lavori pubblici e al cimitero, facendo anche confluire alcuni appalti alla ditta di famiglia.