Zio Enzo: “La mentalità di Gerardo è quella dei Fusco”

Scritto da il 23 maggio 2024

Enzo Fusco, ex calciatore della Salernitana e fratello di Luca Fusco, ha commentato l’emozione della famiglia per l’esordio del nipote Gerardo nell’ultima partita di Serie A dei granata contro l’Hellas Verona.

Attaccante fisicamente strutturato, anche con la primavera Gerardo ha dimostrato buona capacità di fraseggio con i compagni, dimostrandosi utile soprattutto in fase di costruzione. Delle sue capacità, delle sue aspettative e di molto altro ha parlato Zio Enzo ai microfoni di Radio Punto Nuovo.

Il primo gradino della lunga salita per Gerardo Fusco

L’ex granata ha quindi così commentato i forti moti interiori alla vista del nipote all’ombra dell’Arechi: «È stata un’emozione indescrivibile ed inaspettata. Non ricordo un’emozione così forte neanche agli esordi miei e di Luca. È stato diverso, forse perché con l’età si apprezzano di più queste cose. Gerardo ha fatto un piccolo gradino di una salita enorme, che comincia adesso. Però ha la grande fortuna di essere cresciuto in una famiglia con esperienza nel campo. Anche mio padre, che da giocatore si è divertito da ragazzo, mi forniva molte critiche costruttive. Trovava sempre il difetto nelle mie partite per farmi migliorare, perché sapeva quanto volevo».

La disciplina della famiglia Fusco

«A Gerardo Non abbiamo mai fatto un complimento particolare, ma sappiamo che ha delle ottime doti. Anche per questo è cresciuto, come l’anno scorso che ha giocato poco. È umile, lavora in sordina. Al giorno d’oggi, mi dispiace dirlo, ci sono ragazzi che appena non giocano si lamentano e mollano subito. Penso che la perseveranza sia una delle doti più importanti per un calciatore».

Sulla possibilità di fare minutaggio in Serie B

«La nostra speranza è quella che la Salernitana lo metta sotto contrattoDeve lavorare ancora di più, poi non importa con quale soluzione trova spazio. Il DNA è quello. Deve triplicare le forze». 

Sul problema nella ricerca di talenti azzurri

«Il problema alla base è il coraggio. Possono capitare annate in cui non esce il talento, però io che sto in questo mondo ti posso garantire che al giorno d’oggi si arriva sui campi e si fa fatica a fare scouting. Questo anche a causa dei parametri della società, basati troppo su canoni fisici. Io di un ragazzo vado a vedere lo stop orientato, se sa portare la palla, se sa calciare abbinato al carattere. Capisco che in altri ruoli conta la fisicità, ma Cannavaro ad esempio non era una bestia. Lo stesso Ederson, che è stato a Salerno. C’è poco coraggio nel lanciare i ragazzi, anche in contesti precari. Il Dortmund l’anno della ripresa aveva l’età media di 22 anni».

Enzo, quindi, chiude con una speranza: «È sempre bello vedere un ragazzo fare l’esordio in Serie A. Figurati giocare a San Siro, uno dei migliori campi d’Europa. È il sogno di qualsiasi persona vedere esordire il proprio ragazzo».


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