De Luca e i Sindaci in piazza. L’insulto alla Meloni
Scritto da Valentina Ripa il 16 febbraio 2024
Duro botta e risposta tra la premier Giorgia Meloni e il governatore della Campania Vincenzo De Luca oggi in piazza contro l’autonomia. “Devo ringraziare i presidenti di regione”, ha detto la presidente del Consiglio dalla Calabria dove si trova per la firma dell’Accordo per il Fondo sviluppo e coesione 2021-2027. Tutti hanno capito il senso di quello che stiamo facendo – ha sottolineato Meloni – c’è stata una enorme collaborazione, tutti sono collaborativi salvo uno che non è molto collaborativo allo stato attuale. Rispetto per carità, neanche mi stupisce troppo, se si va a guardare il ciclo di programmazione 2014-2020 risulta speso il 24% della spesa, se invece di fare le manifestazioni ci si mettesse a lavorare forse si potrebbe ottenere qualche risultato in più”.
“Meloni? Senza soldi non si lavora. Stronza, lavori lei”, è la replica del governatore alle parole della premier. De Luca, a Montecitorio assieme a due sindaci campani, si è fermato in Transatlantico a conversare con alcuni giornalisti, raccontando la manifestazione e lamentandosi per non essere stati ricevuti da nessuno nei ministeri. “Siamo arrivati davanti al Ministero della Coesione, dove sono degli stakanovisti: non c’era nessuno, Non c’era il ministro, non c’era un sottosegretario, non c’era un funzionario che stava giocando a tennis. Ci hanno spintonato, poi hanno detto che una delegazione poteva salire, ma sopra non c’era nessuno. Allora sono andato verso Palazzo Chigi, ma una barriera di polizia ci ha bloccato. Hanno detto che poteva passare solo il Presidente, e così sono andato io. Ma a Palazzo Chigi, non c’era Mantovano, non c’era nessuno. Ecco come trattano i sindaci della Campania. Sono 12 giorni che li avevamo avvisati che saremmo venuti”. Tensioni durante il corteo quando alcuni sindaci provano a raggiungere palazzo Chigi.
Durissime le reazioni del centrodestra per l’insulto di De Luca a Meloni, con richieste di dimissioni e annuncio di una mozione di censura in Consiglio regionale.