Conte: “Lobotka-Anguissa la coppia più forte, giocheremo con 3-4-3 e 4-4-2. Kvara e Di Lorenzo? Il presidente ha mantenuto la promessa. Osimhen è un giocatore del Napoli, ma…”

Scritto da il 13 luglio 2024

Primi giorni di Antonio Conte da allenatore del Napoli. Il neotecnico azzurro ha potuto lavorare con la squadra nel ritiro di Dimaro e oggi arriva il momento delle parole in conferenza stampa. Ecco le sue dichiarazioni:

Contento del mercato?

“Stiamo dando una dimostrazione di una visione molto chiara sul da farsi. Penso sia giusto per un club come il Napoli operare per il presente e per il futuro. Sono arrivati tre giocatori nuovi: Rafa Marín è un giovane di prospettiva, così come Buongiorno. Ci auguriamo possano essere colonne per il futuro. Si ragiona anche sul presente e c’è stata una grande occasione per Spinazzola e l’abbiamo colta. Fino ad adesso abbiamo fatto un mercato giusto, quello che deve fare il Napoli”.

In questi giorni ha percepito le scorie dell’anno scorso oppure i giocatori hanno già resettato?

“È inevitabile che le scorie della passata stagione non siano andate via del tutto, è stata un’annata molto deludente. per ciò che mi riguarda ho provato a metterci una pietra sopra con i ragazzi, provando a concentrarci su quest’anno. Ma gli ho anche detto di non dimenticare, di tenere a portata di mano quella stagione. Abbiamo quell’esperienza, così come avevamo l’esperienza di aver vinto. Questo ci deve far diventare gente più esperta. Quello che è stato in passato è giusto che lo si metta in un cassetto, sapendo che nell’eventualità della ripetizione degli stessi errori dobbiamo rinfrescarci la memoria”.

Sta vedendo gli occhi arrabbiati dei suoi giocatori?

“Ho trovato dei calciatori molto responsabili, hanno capito gli errori commessi lo scorso anno. Due anni fa abbiamo vinto tutti, club, calciatori e tifosi. L’ano scorso abbiamo perso tutti. Ho trovato ragazzi che hanno fatto una riflessione e penso abbiano più esperienza. Ho intravisto delusione quando si parlava dell’anno scorso, questo significa che l’hanno sentita”.

Osimhen si è presentato con grande determinazione.

“Dopo che ho firmato con il Napoli, la fase più difficile è stata riallineare e rimettere il club al centro di tutto. Penso che siamo già un passo in avanti, per merito di tutti. Io mi sono espresso chiaramente e quando uno si esprime chiaramente difficilmente puoi andare contro. Per quanto riguarda Osimhen parliamo di un eccellente calciatore, un top player. Ci ho parlato, sa benissimo cosa ho detto in presentazione. Detto questo, è un calciatore del Napoli e se lo è deve lavorare, avere il giusto atteggiamento. Anche se c’è questo accordo che non sappiamo come andrà a finire. Quello che avverrà dopo non lo sappiamo, conterà ciò che ognuno di loro metterà in campo oggi pomeriggio in allenamento”.

È stato annullato il gap con le altre in avanti?

“In due giorni abbiamo lavorato. Il gap netto e chiaro dello scorso anno, perché 41 punti dall’Inter, 21 dal Milan, 16 dalla zona Champions. Senza contare le romane a 10 punti sopra di noi. Questa è la realtà dei fatti. Quando si fanno previsioni bisogna essere ragionevoli, altrimenti si finisce in qualcosa di non veritiero. Sappiamo che c’è questo margine di distacco. In più è andato via un giocatore simbolo come Zielinski, andando all’Inter. Non sappiamo come andrà a finire il mercato, sappiamo che potremmo perdere il giocatore più forte. Fossi l’agenzia di betting alzerei le nostre quote. Non è un problema se qualcuno vuole mettere pressione su me e la squadra, facciamo parlare gli altri, parliamo poco. Abbiamo fatto un’annata assurda, ingiustificabile e dobbiamo tornare nelle coppe quest’anno. Qualcuno dovrebbe internarmi se facessi un discorso diverso”.

Com’è stato l’impatto in ritiro?

“Sono tornato a vivere, un ritiro tra la gente non mi capitava da anni. Sono anche tornato indietro nei tempi, quando nell’Arezzo, nel Bari, nel Siena andavi in montagna e facevi il ritiro. Sono emozioni forti che mi hanno riportato al passato e a rivedere il percorso che ho fatto. Nell’albergo in cui siamo c’è una foto di quando ero con il Siena. Mi ha risvegliato delle emozioni e sicuramente mi stanno facendo molto bene”.

Come ricominciare dopo le scorie?

“Dopo un’annata fallimentare, inaspettata, sono stati commessi degli errori. Quando si vince ci sono oneri e onori, bisogna maneggiare con cura. Allo stesso tempo è difficile gestire la delusione. Ci può essere l’eccesso in negativo. Ho visto il presidente molto deluso per l’anno scorso e quando succede sembra sia tutto sbagliato. Ma non si può andare ad un eccesso totale e mettere tutto in discussione. Da persona di calcio e serie sotto tanti punti di vista, l’analisi che ho fatto è che non è tutto da rifondare. Non possono essere spariti dei valori nel giro di un anno. Ecco perché conta il lavoro di riallineamento di tutti. Penso si sia instaurato un rapporto molto diretto, quindi io dirò sempre ciò che penso. Per difendere il Napoli Calcio e per il bene comune. Ci sono cose di valore che vanno mantenute, soprattutto se l’obiettivo è tornare al passato senza essere una meteora”.

Quanto possono aiutare le caratteristiche di Buongiorno?

“Quanto fatto sul mercato aiuta – nella mia testa – a trovare delle pedine che devono essere importanti per presente e futuro. Il fatto di aver acquistato Buongiorno, molto ambito in Serie A, e aver avuto l’appeal nonostante il decimo posto, dobbiamo capire che potremo in futuro avere ancora più opportunità. Stiamo facendo le cose nella maniera giusta. Voi sapete benissimo che ho chiesto chiarezza. Il club non cambierà strategia, saremo la quinta o sesta squadra per stipendi. L’ho accettato di buon grado perché ho visto le potenzialità di questo gruppo”.

Kvara e Di Lorenzo.

“Io devo avere voce assoluta in capitolo. Il presidente mi aveva promesso sarebbero rimasti ed è stato così. Grande merito va al club, che ha agito nella giusta maniera. Parliamo di due ragazzi perbene. Torniamo al discorso della delusione, io ho portato equilibrio nella delusione e ho cercato di far capire che non potevamo buttare in mare anni e anni di lavoro. Il club ha agito come doveva agire, va dato merito al presidente”.

Quando mancherà un difensore come cambierà il Napoli?

“Noi lavoriamo su un tipo di costruzione, uno solo. Che può andar bene a 3 o a 4. Questo mi consentirà di avere più equilibrio. Buongiorno è un giocatore che può giocare a 4, sul centro sinistra o al centro a 3. Abbiamo Olivera che lo vedo braccetto a sinistra a 3 o terzino sinitro, stessa cosa Di Lorenzo a destra. Voglio valorizzare i giocatori, dando spazio alla qualità di Kvara, Politano, Lindstrom, Ngonge. Cercheremo di attaccare in una determinata maniera che giochino dentro o fuori dal campo. Questa deve essere una squadra molto intensa, non voglio vederli passivi. Noi possiamo fare gli scienziati, dire di voler essere dominanti e propositivi, poi affrontiamo una squadra e ci ritroviamo a dover mettere elmetto e dover difendere. Sarà bello sorprendere. Sul mercato stiamo facendo scelte così da poter decidere senza avere scompensi in costruzione”.

I centrocampisti e il mercato.

“Penso che la coppia Anguissa-Lobotka sia una delle più forti in assoluto, a mio avviso. Ho avuto modo di vedere Anguissa. Dietro loro abbiamo Cajuste e dovrò essere bravo a tirargli fuori un po’ di cattiveria perché ha potenzialità importanti. Poi abbiamo Folorunsho e lo vedo in quella posizione, lì può diventare importante. Inevitabile che dovrò lavorarci, abbiamo fatto solo due giorni di allenamenti. Ho una visione che durante questo ritiro dovrò fare valutazioni su determinati giocatori. Lo stesso Gaetano sono curioso di vederlo. Capisco ci sia la voglia da parte di alcuni, soprattutto chi ha giocato meno, di volersi mettere alla prova. Faremo valutazioni attente. I giocatori devono sapere che diventeranno dei calciatori migliori, su questo ne sono certo. Cercheremo di essere una squadra che dia fastidio alle altre. Sto visionando Gaetano, devo visionare Folorunsho e non c’è in programma un centrocampista da acquistare. In caso di cessione ci penseremo”.

La partenza.

“Partire bene dà morale, fiducia. Anche se ho visto partire a razzo e poi finire male. Non è questione di entusiasmo, ma lavorare bene, strutturare bene qualcosa che duri per tutta la stagione. Ognuno di noi vuole partire a duemila. Vogliamo iniziare bene”.

Che ruolo avrà Oriali?

“Ho avuto il piacere di conoscerlo in Nazionale. Mi fu chiesto chi volessi di fianco e mi fu proposto lui. Dal presidente Tavecchio mi fu proposto lui e dopo dieci minuti di colloquio capii che era la persona giusta. Quando sono andato all’Inter l’ho riportato con me. Volevo ci fosse qui a Napoli. Oriali potrebbe stare a casa sua con nipoti, figlie e invece ha accettato di buon grado di venire a Napoli. È un po’ il mio braccio destro, la sua posizione la chiarisce da solo. Una persona che ha scritto la storia, ha fatto il dirigente, poche parole e tanti fatti. Mi aiuterà nella gestione con i ragazzi, in campo, così come con i dirigenti. Mi ha fatto tanto piacere sia venuto con entusiasmo ad accompagnarmi”.

Aspetto atletico.

“Lo jo-jo test lo faremo in corso d’opera. Appena arrivati abbiamo fatto un allenamento per smaltire il viaggio. Ieri abbiamo iniziato a lavorare in maniera giusta, con l’approccio soft. Abbiamo lavorato dal punto di vista tattico e fisico. Ho trovato grande disponibilità nei ragazzi. Cercheremo di fare un calcio intenso e aggressivo ma devi avercelo nelle gambe quindi proveremo a lavorarci. Il giusto però. Io penso che da calciatore ho lavorato tanto e non c’è paragone con quello che facevamo. C’è una metodologia che dà grandi frutti, miglioreremo in stress, resilienza. Cose su cui ultimamente non si sta lavorando”.

Qual è il reparto da risistemare da subito?

“Non possiamo pensare ‘Subiamo 48 gol, è colpa di difesa o portiere’. E! colpa della fase difensiva, fatta in maniera non feroce, meno feroce rispetto a due anni fa. Nell’anno dello scudetto c’era più determinazione, quella sana paura di non prendere gol. Dovremo ritrovare la ferocia nelle due fasi. Non lo dico io, lo dicono i numeri. Impensabile, non devi prendere 48 gol”.

Raspadori e Lindstrom non sono riusciti ad esplodere. Qual è la migliore posizione in campo per entrambi?

“Per quanto riguarda Lindstrom l’ho incontrato in Champions League quando ero al Tottenham, lui faceva il calciatore sotto punta, stando dentro o in fascia. Cercheremo di rispettare le sue caratteristiche. Raspadori per me è un calciatore che nella costruzione a cui sto lavorando sicuramente non andrà in fascia ma sotto punta, che sia 4-4-2 o 3-4-3. Poi mi aspetto delle risposte, sia chiaro. Voglio risposte forti da parte di tutti quanti”.


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