Don Roberto Faccenda: fede, calcio e una vocazione senza filtri

Scritto da il 1 dicembre 2024

Don Roberto Faccenda: fede, calcio e una vocazione senza filtri

Don Roberto Faccenda, prete salernitano e direttore della Pastorale Giovanile della Diocesi di Salerno-Campagna-Acerno, non è il sacerdote convenzionale che ci si aspetta. È un prete senza filtri, come ama definirsi, ma filtra tutto attraverso la fede. Questa caratteristica, insieme alla sua capacità di comunicare con i giovani, lo ha reso un punto di riferimento per la comunità salernitana, un protagonista della rete, anche senza utilizzare i social media. In un’intervista a Radio Punto Nuovo, Don Roberto ha raccontato la sua visione della spiritualità, il connubio tra fede e calcio, e il valore della credibilità.

Credibilità prima della visibilità

Per Don Roberto, una delle sfide maggiori della Chiesa e della società contemporanea è il recupero della credibilità. “Il mondo punta tanto alla visibilità, ma dimentica la credibilità,” ha detto. Questo vale per tutti i settori: dalla politica alla scuola, fino alla Chiesa stessa. “Essere credenti non basta, bisogna essere credibili.” La sua vocazione non è nata da un momento di folgorazione, ma da un cammino di riflessione, anche grazie a due sacerdoti che hanno avuto un grande impatto nella sua vita, Don Giuseppe Guariglia e Don Paolo Castaldi. “L’amore per Dio, come quello per una persona, non si spiega, si vive,” ha dichiarato.

La fede e il calcio: un connubio naturale

Grande appassionato della Salernitana, Don Roberto vive il calcio con la stessa intensità della fede. “Ci sono tre tipi di fede: quella religiosa, quella penale, che cambia a seconda delle leggi, e quella calcistica, che non si cambia mai.” Tuttavia, sottolinea che non si prega per vincere le partite, ma perché i giocatori possano dare il massimo e non farsi male. Se Gesù fosse un calciatore? “Sarebbe un fantasista, un numero 10 capace di risolvere le situazioni più complicate con creatività,” ha risposto con entusiasmo. Ma il calcio moderno, come la fede, rischia di perdere libertà, ingabbiato in schemi rigidi.

Comunicare Dio senza social

Pur essendo una figura popolare, Don Roberto non possiede profili social. La sua comunicazione è tutta basata sull’incontro personale. “La relazione diretta è insostituibile,” ha spiegato. Anche se ammette che i social possono essere utili per diffondere la parola di Dio, preferisce investire il suo tempo nell’ascolto e nel contatto umano. Quando un giovane confessa di essere troppo legato al cellulare, Don Roberto non giudica, ma invita a riscoprire il valore delle relazioni reali: “Quando sei con una persona, esisti solo tu per lei. Dobbiamo imparare a vivere il momento presente.”

La tentazione e il valore delle scelte

Anche un sacerdote affronta tentazioni, ammette Don Roberto, che ironizza sulla sua passione per la pizza e il cibo. Ma ricorda che “le tentazioni affrontate e superate aiutano a crescere.” Per lui, la più grande difficoltà delle persone oggi è vivere la fede in modo personale e profondo, evitando di trattarla come un “usa e getta”. “La fede senza comunità è come un amore senza famiglia,” ha affermato, richiamando l’importanza di tornare al senso autentico del Vangelo: non solo una raccolta di miracoli, ma un invito a rimettere Dio al centro della vita.

Un messaggio alle coppie

Rivolgendosi alle coppie, Don Roberto ha evidenziato l’importanza di conoscersi in profondità, non solo attraverso l’aspetto fisico, ma anche condividendo i desideri e i valori più intimi. “Il fidanzamento è un periodo di preparazione, dalla pelle al cuore,” ha spiegato, citando una famosa canzone. E invita le coppie a mettere Dio al centro del loro cammino per affrontare le sfide con maggiore consapevolezza. “Il passato è passato,” conclude Don Roberto, “e Dio non ci guarda per quello che siamo stati, ma per quello che possiamo diventare.” Un messaggio che invita tutti a vivere con speranza e fiducia, accettando il proprio percorso e trasformando gli errori in opportunità di crescita.

RIASCOLTA L’INTERVISTA INTEGRALE A DON ROBERTO

 

 


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