Premio Castrum Cisternae: la cultura che unisce giovani e territorio

Scritto da il 21 ottobre 2024

Premio Castrum Cisternae: la cultura che unisce giovani e territorio

In occasione della 14esima edizione del Premio Castrum Cisternae Monsignor Napolitano, che si terrà il 25 e 26 ottobre a Castello di Cisterna, Ferdinando Calabrese, membro storico della Pro Loco Castrum Cisterna ed ex presidente, ci ha raccontato le novità di quest’anno e il continuo impegno per coinvolgere le scuole italiane. Il tema scelto per il 2024 si ispira alla celebre citazione di Italo Calvino: “Se alzi un muro, pensa a ciò che resta fuori.” Un invito a riflettere sulle barriere che costruiamo e sull’importanza di sviluppare un pensiero critico.

 

Una rete in espansione: il coinvolgimento delle scuole – Calabrese ha evidenziato la crescita del Premio, che da progetto locale ha saputo coinvolgere scuole su scala nazionale. “Negli anni, abbiamo costruito una rete solida con docenti e dirigenti, permettendoci di ampliare la partecipazione. Se all’inizio era coinvolta solo la scuola locale di Castello di Cisterna, ora sono tantissimi gli studenti da tutta Italia che partecipano,” ha spiegato.

L’obiettivo principale, oltre alla premiazione, è quello di stimolare nei ragazzi una riflessione critica e consapevole. “Vogliamo che gli studenti siano protagonisti, non solo spettatori. È importante che sviluppino un pensiero critico per affrontare al meglio la società in cui vivono,” ha sottolineato Calabrese. Le visite alle scuole e la presentazione del progetto sono diventate ormai una tradizione consolidata per molte istituzioni.

Le attese per l’edizione del 25-26 ottobre – L’edizione di quest’anno prevede un ricco programma di eventi, con la partecipazione di importanti personalità. Il 25 ottobre, la presentazione ufficiale vedrà la presenza del Rettore dell’Università Giustino Fortunato, il professor Giuseppe Acocella, mentre il 26 ottobre sarà dedicato alla lezione magistrale del professor Stefano Pignataro, uno dei maggiori esperti italiani di Italo Calvino. Il prof. Pignataro offrirà una lettura accessibile delle opere dello scrittore, pensata per coinvolgere sia gli studenti che il pubblico più ampio.

La serata del 26 ottobre vedrà inoltre la partecipazione speciale del giornalista e scrittore Roberto Giacobbo, che arricchirà ulteriormente l’evento con il suo intervento. “Ogni anno cerchiamo di migliorare e alzare il livello,” ha commentato Calabrese, sottolineando l’impegno della Pro Loco per rendere il Premio sempre più prestigioso. Un’importante novità di quest’anno riguarda l’ottimizzazione della comunicazione, grazie alla collaborazione con Radio Punto Nuovo e il supporto del fotografo Maurizio Di Domenico. “Abbiamo migliorato la comunicazione e ampliato il nostro raggio d’azione, coinvolgendo scuole anche da città più lontane e organizzando un servizio di trasporto per i ragazzi,” ha spiegato Calabrese.

Guardando al futuro, la Pro Loco ha già in programma nuove iniziative, come la pubblicazione di un volume commemorativo per celebrare i 15 anni del Premio, prevista per il prossimo anno. Tra le attività in programma, ci sono anche le tradizionali iniziative natalizie, come il concerto di Natale, giunto alla 22esima edizione, e nuovi convegni sulla storia religiosa locale. “La Pro Loco è un vulcano di idee e attività, sempre alla ricerca di nuove strade per crescere e coinvolgere la comunità,” ha concluso Calabrese, confermando la volontà di continuare a promuovere la cultura come strumento di aggregazione e crescita.

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Tra i partner del premio anche un’eccellenza agroalimentare del nostro territorio, il Consorzio di Tutela del pomodoro di San Marzano. Ai nostri microfoni il presidente  Tommaso Romano: dalle sue parole  emerge il forte legame tra questo prodotto d’eccellenza e il territorio da cui nasce. Romano, produttore agricolo e già presidente di una cooperativa, racconta la storia e l’importanza di questo pomodoro, considerato una delle eccellenze italiane più imitate al mondo . La storia del pomodoro San Marzano è lunga e affascinante,” spiega Romano. Nato come regalo da un viceré spagnolo al re di Napoli intorno al 1700, inizialmente veniva considerato solo un elemento ornamentale. “In origine, il pomodoro era giallo, da qui il nome pomo d’oro,” continua Romano. Solo nella seconda metà dell’Ottocento, grazie a Francesco Cirio, il San Marzano divenne un prodotto alimentare di rilievo.

Francesco Cirio, fondatore dell’industria conserviera omonima, riconobbe il potenziale di questo pomodoro per le terre fertili dell’Agro-Sarnese-Nocerino e decise di trasferire le sue industrie nella zona di Napoli. Da lì, il pomodoro San Marzano divenne un prodotto d’eccellenza, grazie anche all’invenzione del pomodoro pelato, che consentiva di conservare il frutto intero per lunghi periodi. Già dagli anni ’20 del Novecento, il pomodoro San Marzano si affermava come prodotto di punta per l’export, specialmente verso gli Stati Uniti, dove divenne parte integrante della cultura italo-americana. Tuttavia, come racconta Romano, la produzione subì una crisi a causa delle virosi negli anni ’80, ma grazie a interventi mirati e al riconoscimento della DOP nel 1996, il pomodoro ha ripreso la sua centralità. “Nel 1999 è nato il Consorzio, e da allora lavoriamo costantemente per migliorare il nostro prodotto e garantire la qualità di tutta la filiera, dalla coltivazione alla trasformazione industriale,” sottolinea Romano. Castello di Cisterna, con i suoi terreni di origine vulcanica e ricchi di potassio, è uno dei luoghi più vocati per la produzione di questo pomodoro pregiato. Romano evidenzia che i terreni sono una delle grandi ricchezze del territorio e ricorda con orgoglio le generazioni di contadini che hanno saputo valorizzarli. Il dialogo si sposta poi sul legame tra la cultura e la promozione delle tipicità locali. Romano sottolinea come la cultura sia alla base di ogni attività di promozione territoriale: “Il Premio Castrum Cisternae Monsignor Napolitano, di cui siamo partner, si sposa perfettamente con la divulgazione di un prodotto tipico come il pomodoro San Marzano. La cultura è fondamentale per trasmettere la conoscenza e il valore delle nostre eccellenze.” Secondo Romano, il futuro dell’agricoltura e della trasformazione alimentare è nelle mani delle nuove generazioni. “I giovani di oggi, nati nel mondo digitale e dell’internazionalizzazione, hanno un potenziale straordinario,” afferma. Romano vede un futuro promettente per Castello di Cisterna come centro di un indotto industriale legato alla trasformazione del pomodoro. “Il nostro compito è sostenere i giovani, affinché possano sfruttare appieno le potenzialità del territorio e creare un’economia locale fiorente.

Il Pomodoro di San Marzano, un simbolo della tradizione agricola italiana che continua a portare il sapore autentico del territorio sulle tavole di tutto il mondo

 


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