Addio a Giorgio Napolitano
Scritto da Valentina Ripa il 22 settembre 2023
E’ stato l’uomo delle riforme a tutti i costi, napoletano di gran classe, elegante e ‘pignolo’, come egli stesso si è definito. Giorgio Napolitano, morto alle 19.45 di oggi a Roma a 98 anni, è stato il primo nella storia della Repubblica ad essere presidente due volte: rieletto al Quirinale nel 2013 dopo la prima volta del 2006. Attento ad ogni dettaglio, lavoratore instancabile, profondo conoscitore della vita parlamentare e delle dinamiche politiche dell’intera storia repubblicana. Sempre accompagnato con discrezione dalla moglie Clio, ha iniziato il primo settennato, nel 2006, gioendo per la vittoria dell’Italia ai mondiali di calcio di Berlino e ha concluso i quasi due anni del secondo mandato con qualche rimpianto per non essere riuscito a vedere del tutto compiuti quei cambiamenti istituzionali per i quali tanto si è speso. Ma soprattutto ‘re Giorgio’ ha dovuto affrontare quello che in molti considerano il periodo più buio degli ultimi 50 anni, navigando a vista tra gli scogli di una durissima crisi economica. E lo ha fatto con una convinzione incrollabile: che l’Italia avesse bisogno di stabilità politica. La Napoli degli studi giovanili, quella del liceo Umberto, e quella degli amici di sempre come Umberto Ranieri e il compianto Maurizio Valenzi, quella dei musei e delle istituzioni, ma anche quella delle tradizioni e delle tipicità, dalla tazzina di caffè al Gambrinus alle piccole opere d’arte targate San Gregorio Armeno. Giorgio Napolitano, nei suoi nove anni da Capo dello Stato, nel seguire le sorti della sua città – dove nacque nel 1925 – non ha mancato mai di ritagliarsi uno spazio per le eccellenze del territorio, piccoli piaceri della tavola o creazioni di rara bellezza sinonimo di made in Italy nel Mondo. E non ha mai rinunciato a uno dei marchi storici della napoletanità, le cravatte di Marinella. Al punto da essersi più volte definito ‘un vero testimonial’ dell’azienda con sede alla Riviera di Chiaia. Piccoli esempi dell’amore per la sua città, che lo ha sempre ricambiato.